domenica 27 dicembre 2020

Step 28: La sintesi finale - final summary

Il pluviometro, detto anche ietometro, è uno strumento utilizzato in meteorologia per misurare l’altezza della precipitazione atmosferica (Step 1, Step 14).  
La Meteorologia (Step 4) inizia nell'antica Grecia, con i primi trattati scritti da Arato, Teofrasto e Aristotele, attorno al 250 a.C. L’uomo, sin dalle origini, si è preoccupato di conoscere e comprendere il tempo atmosferico. Nella cultura romana vi sono diverse iconografie connesse agli dei, in particolare per quanto riguarda Marte, in greco Ares, che secondo la mitologia romana più arcaica, era anche il dio del tuono, della pioggia, della natura e della fertilità (Step 6). Vi sono anche miti legati alla meteorologia e alle precipitazioni, come ad esempio il mito del diluvio universale (Step 7). Il simbolo rappresentato dalla pioggia e dal contenitore è stato ripreso anche nel 1987 per la realizzazione di un francobollo in Corea (Step 18). 
In tempi più moderni, con l'avvento di Internet e di siti specializzati, tale scienza ha reso possibile la nascita di centinaia e centinaia di piccole stazioni meteorologiche anche amatoriali che hanno ampliato la rete di rilevamento. Il pluviometro  nacque, con quasi assoluta certezza, da una intuizione scientifica di Padre Benedetto Castelli a Perugia nel 1631 (Step 9, Step 15).
La foto più antica a noi pervenuta fa riferimento al pluviometro costruito dal Sig. Rosario Caruso, che iniziò a funzionare nel marzo del 1851. Lo strumento di Caruso continuò ad essere utilizzato, fino al 1953 (Step 2, Step 24).
Il pluviometro è essenzialmente formato da un imbuto, chiamato anche collettore o ricevitore, la cui apertura delimita la superficie attraversata dalla precipitazione, ossia la sezione pluviometrica, e da un recipiente, detto raccoglitore (Step 3). Infine, l’altezza della precipitazione è determinata misurando il volume dell’acqua raccolta e dividendo quest'ultimo valore per l’area della sezione del recipiente (Step 16). Solitamente è realizzato mediante l'utilizzo di un solo materiale: la plastica. Infatti, si tratta di un materiale economico e facile da lavorare, che consente la realizzazione della forma perfetta per contenere la pioggia (Step 8). Le case produttrici di pluviometri più famose sono: Netatmo, Bresser Corporation, TFA Dostmann e Blomus (Step 11, Step 17). Tuttavia, vi sono anche pluviometri digitali, composti in acciaio, o plastica, e alimentati da pile al litio, essi sono ovviamente impermeabili. Il principale produttore di pluviometri digitali è Meteo System S.R.L., ossia un'azienda specializzata in sistemi e servizi per la meteorologia (Step 20). Tali marchi, oltre ad essere famosi, sono spesso visibili in inserzioni pubblicitarie, in particolare su vari siti internet in cui compaiono annunci relativi ad Amazon (Step 13).

Lo strumento in questione, nonostante le varie tipologie in commercio, necessita di particolari accortezze, in riferimento al suo principio fisico (Step 5). Per utilizzarlo occorre una corretta installazione, ponendolo ad almeno 2 metri di altezza dal suolo e il più possibile lontano da ostacoli che potrebbero falsare la misurazione, vi sono infatti diversi libri che trattano tale argomento (Step 10). Inoltre, per essere sicuri di aver fatto un buon lavoro occorrerà seguire un ultimo accorgimento: disporre il pluviometro in piano. Per far questo è sufficiente una comune livella, infatti, un pluviometro esattamente orizzontale rispetto al terreno diminuisce notevolmente gli errori di misurazione in caso di precipitazioni accompagnate da forti raffiche di vento (Step 22, Step 23).
Dopodiché bisognerà aspettare che il contenitore raccolga l'acqua piovana. Al termine della precipitazione atmosferica si procede con i calcoli per determinare quanti litri di pioggia sono caduti al suolo.
L'unità di misura della pioggia è il millimetro, infatti bisogna tener conto della seguente equivalenza:
1 mm = 1 litro di pioggia su una superficie di 1 metro quadrato.
Dunque, al termine di un temporale il pluviometro ha raccolto un totale di millimetri di pioggia, che corrispondono esattamente a quanti litri di pioggia sono caduti per 1 metro quadrato di superficie (Step 19).
Un fenomeno rilevante riguardante le precipitazioni è quello delle piogge acide, infatti le acque di precipitazione quando raggiungono il terreno non sono mai pure, in quanto, durante la formazione delle nubi e la successiva precipitazione, nelle gocce d'acqua si sciolgono le sostanze presenti nell'atmosfera sotto forma gassosa e sotto forma di particelle. Tra i diversi gas vi sono anche gli inquinanti, alcuni dei quali sono i cosiddetti “acidi”, in quanto una volta disciolti nelle acque meteoriche ne provocano l'acidificazione, ovvero ne abbassano il valore di pH. Per questo motivo l’acqua piovana in condizioni normali non è neutra (pH 7), ma risulta debolmente acida (pH 5.6) e il pluviometro deve essere realizzato con materiali spessi e resistenti per favorire un utilizzo prolungato dello strumento (Step 26).
Una particolarità dello strumento è il fatto che possa essere realizzato con materiali economici e riciclati, pertanto anche siti come "Green Planet 4 Kids" propongono attività creative ed ecologiche per bambini su cui come realizzare di un pluviometro (Step 21).
In conclusione, il pluviometro è uno strumento utilizzato per la misurazione dei litri di pioggia caduti al suolo, esso riveste un ruolo di particolare rilevanza per l'agricoltura e per la prevenzione dei danni (Step 27). 

Step 27: La mappa concettuale - Conceptual map

La seguente mappa concettuale è stata disegnata secondo il metodo della rete neurale, in cui i concetti riportati rappresentano i nodi della rete di connessioni. 


Step 26: La chimica e gli strumenti scientifici - chemistry and scientific instruments

Il pluviometro è uno strumento utilizzato per misurare la pioggia, pertanto il tema analizzato in questo post è collegato alle precipitazioni, in particolare, si parlerà delle piogge acide.

Le acque di precipitazione quando raggiungono il terreno non sono mai pure, in quanto, durante la formazione delle nubi e la successiva precipitazione, nelle gocce d'acqua si sciolgono le sostanze presenti nell'atmosfera sotto forma gassosa e sotto forma di particelle. Tra i diversi gas che seguono questo destino vanno annoverati sia gli inquinanti primari che quelli secondari.



I principali inquinanti primari sono quelli emessi nel corso dei processi di combustione di qualunque natura, cioè il monossido di carbonio, il biossido di carbonio, gli ossidi di azoto (principalmente sotto forma di monossido di azoto), le polveri e gli idrocarburi incombusti. Nel caso in cui i combustibili contengano anche zolfo, si ha inoltre emissione di anidride solforosa.

Dopo la loro emissione in atmosfera, gli inquinanti primari sono soggetti a processi di diffusione, trasporto e deposizione. Subiscono inoltre dei processi di trasformazione chimico-fisica che possono portare alla formazione degli inquinanti secondari, nuove specie chimiche che spesso risultano più tossiche e di più vasto raggio d'azione dei composti originari.

Alcuni di questi inquinanti, quali l'anidride carbonica, l'anidride solforosa e gli ossidi di azoto, vengono detti “acidi” in quanto una volta disciolti nelle acque meteoriche ne provocano l'acidificazione, ovvero ne abbassano il valore di pH.

I gas responsabili delle precipitazioni acide sono presenti nell’atmosfera anche per cause naturali quali eruzioni vulcaniche, temporali, processi di decomposizione organica, respirazione di piante e animali.

Per questo motivo l’acqua piovana in condizioni normali non è neutra (pH 7), ma risulta debolmente acida (pH 5.6).

Fonti: http://www.arpa.fvg.it/export/sites/default/hp/download/Caratteristiche-precipitazioni-Pordenone.pdf;  http://www.meteoam.it/page/analisi-chimica-precipitazioni

venerdì 11 dicembre 2020

Step 25: Cose personali - Personal Things

L'oggetto che riguarda il passato è una macchina giocattolo che mi è stata regalata da un parente durante le festività natalizie, quando ancora frequentavo la scuola primaria.

L'oggetto strumento del proprio fare quotidiano è invece rappresentato dagli occhiali da vista che utilizzo ogni giorno, a causa della miopia e per lavorare al pc.

L'oggetto che ha una funzione di previsione/progetto del futuro è il cosiddetto "corno napoletano", il quale nella cultura partenopea rappresenta un porta fortuna.