Il pluviometro nacque, con quasi assoluta certezza, da una intuizione scientifica
di Padre Benedetto Castelli a Perugia nel 1631.
Quell'anno era stato particolarmente duro per i contadini umbri a
causa della “gran siccità di molti mesi”: non pioveva e il livello del
lago Trasimeno si era abbassato. I mulini della zona
avevano dovuto bloccare la loro attività, con gravissimi danni per la
popolazione rurale. Anche allora si doveva fare i conti con i
cambiamenti climatici o, per essere più precisi, con fenomeni
meteorologici anomali o estremi, che hanno sempre accompagnato la storia
dell’umanità. Gli scienziati di allora, ci testimonia padre Castelli e
il suo carteggio con Galileo, non indulgevano però in catastrofismi o
nella caccia al colpevole: osservavano e studiavano la natura per vedere
come aiutare la popolazione a convivere con questi fenomeni.
Benedetto Castelli, insigne benedettino discepolo, amico fedele e strenuo difensore del Sommo Pisano Galileo, nacque a Brescia nel 1578 ed entrò a diciassette anni nell’Ordine benedettino. Della sua vita nei primi trenta anni non si hanno molte notizie certe. È probabile, ma non sicuro, che passò qualche anno a Firenze accanto a Galileo, prima di insegnare Matematica a Pisa dal 1613 e di essere chiamato da Papa Urbano VIII, dal 1626 alla Sapienza di Roma.
E' possibile trovare una bibliografia più dettagliata di Benedetto Castelli al seguente sito: https://www.liberliber.it/online/autori/autori-c/benedetto-castelli/.
Fonti: blueplanetheart.it; Biblioteca Idraulica Italiana; liberliber.it.
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