Il pluviometro è uno strumento utilizzato per misurare la pioggia, pertanto il tema analizzato in questo post è collegato alle precipitazioni, in particolare, si parlerà delle piogge acide.
Le acque di precipitazione quando raggiungono il terreno non sono mai pure, in quanto, durante la formazione delle nubi e la successiva precipitazione, nelle gocce d'acqua si sciolgono le sostanze presenti nell'atmosfera sotto forma gassosa e sotto forma di particelle. Tra i diversi gas che seguono questo destino vanno annoverati sia gli inquinanti primari che quelli secondari.
I principali inquinanti primari sono quelli emessi nel corso dei processi di combustione di qualunque natura, cioè il monossido di carbonio, il biossido di carbonio, gli ossidi di azoto (principalmente sotto forma di monossido di azoto), le polveri e gli idrocarburi incombusti. Nel caso in cui i combustibili contengano anche zolfo, si ha inoltre emissione di anidride solforosa.
Dopo la loro emissione in atmosfera, gli inquinanti primari
sono soggetti a processi di diffusione, trasporto e deposizione. Subiscono
inoltre dei processi di trasformazione chimico-fisica che possono portare alla
formazione degli inquinanti secondari, nuove specie chimiche che spesso
risultano più tossiche e di più vasto raggio d'azione dei composti originari.
Alcuni di questi inquinanti, quali l'anidride carbonica,
l'anidride solforosa e gli ossidi di azoto, vengono detti “acidi” in quanto una
volta disciolti nelle acque meteoriche ne provocano l'acidificazione, ovvero ne
abbassano il valore di pH.
I gas responsabili delle precipitazioni acide sono presenti
nell’atmosfera anche per cause naturali quali eruzioni vulcaniche, temporali,
processi di decomposizione organica, respirazione di piante e animali.
Per questo motivo l’acqua piovana in condizioni normali non
è neutra (pH 7), ma risulta debolmente acida (pH 5.6).
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